Questa situazione è unica in Lombardia. Da indiscrezioni sembra che questa situazione si sia creata per un errore nella compilazione del bilancio preventivo di settore 2011, fatto dal reggente delle Cure Primarie alla fine dello scorso, e sfuggito (?!?!) anche a colore che hanno confezionato il bilancio generale ASL.
Il problema è che non solo andrà perso, come era prevedibile nello scenario economico attuale, il premio per il progetto annuale sulle vaccinazioni, che seppure in entità ridicola negli ultimi anni, l’anno scorso era servito almeno al parziale rimborso spese di ben 14.000 accessi domiciliari, ma la vaccinazione come prestazione convenzionale PIPP.Non si sa ancora se il MMG potrà fatturare alla Asl le vaccinazioni eseguite con vaccini acquistati e portati dal paziente, ma sicuramente non avrà a disposizione grandi quantità di dosi di vaccino gratuito per i pazienti over 65 come negli anni scorsi.
La notizia del tentativo di coinvolgimento di alcuni ospedali, erogatori del territorio e del volontariato ai quali è stato offerta la metà del valore contrattuale della prestazione, e della precettazione di tutti i medici dipendenti dei distretti fa pensare che non ci sia nessuna possibilità di una passo in dietro da parte dell’ASL. Anche perché: Possibile che si siano accorti del problema solo ora? Perché non ce ne hanno parlato prima?
Dopo i tagli a senso unico dello sciagurato contratto regionale, firmato in settimana dalla dirigenza regionale del solo sindacato di minoranza, questa decisione è un ulteriore taglio di risorse alla nostra categoria, dalla quale cancellano d’un colpo i sacrifici degli anni passati che hanno portato a numeri percentuali esorbitanti di copertura vaccinale sulla popolazione over 65 e della quale si sono fatti belli i dirigenti Asl di tutti i livelli che si sono succeduti negli anni.
Vengono dimenticati i grandi sforzi della categoria malgrado le siano stati imposti compiti impropri di facchinaggio, le grandi perdite di tempo per il recupero a singhiozzo dei vaccini, le cervellotiche e inutili rendicontazioni e gli effetti devastanti delle maldestre campagne di comunicazione attuate sul lavoro di tutti giorni. Si sbatte in faccia ai medici la situazione creata solo dalla disorganizzazione aziendale e il pressapochismo di alcuni suoi dirigenti.
La preoccupazione per l’impatto dell’epidemia influenzale in termini di salute dei cittadini, l’aumento di lavoro dei medici e la pressione sugli ospedali molto prevedibile con una bassa copertura della nostra popolazione è grande, come quella per la credibilità di tutto il sistema, quando dopo anni di grande spinta verso la vaccinazione anti-influenzale, si mettono i paletti ai cittadini che la vogliono eseguire.
SNAMI conferma il blocco dell’invio delle prescrizioni al SISS e se non verrà trovata una soluzione economica adeguata, si impegnerà in una campagna di informazione nella quale si metteranno in luce gli errori e la miopia della politica dell’ASL di Como e si chiederà solidarietà ai cittadini per resistere ai ripetuti e continui tentativi di smantellamento del attuale sistema di medicina del territorio.
SNAMI inoltre allerterà i cittadini sui pericoli della vaccinazione eseguita da personale che non conosce la loro storia e promuoverà poi un attento monitoraggio delle attività delle strutture che si sono prestate a questa speculazione segnalando prontamente ai NAS anche le minime trasgressioni agli standard regionali previsti per le vaccinazioni.
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