Nelle scorse settimane sulla stampa nazionale, sull’onda emozionale del caso del Policlinico Umberto I di Roma occorso durante l’epidemia influenzale si è accesa una discussione su quali possano essere i rimedi per ovviare al “intasamento” dei Pronto Soccorso degli Ospedali. Le idee a cominciare da quelle del Ministro sono state le più variefantasiose ed anche nella nostra provincia si stanno muovendo sia l’Azienda Ospedaliera, la ASL e l’Ordine.
In quasi tutti gli interventi compresi quelli dei vertici del Sindacato più importante a livello nazionale, c’è un grossolano errore di valutazione del ruolo storico ed attuale della medicina generale e del grande filtro purtroppo poco visibile agli accessi in PS.
Il MMG se messo a lavorare in queste ipotetiche strutture perde la sua specificità di gestore della cronicità e riferimento nel tempo per la famiglia. Il suo ruolo oltre che dare una prestazione di relativa qualità per la scarsezza dei mezzi a disposizione e la non conoscenza dei pazienti, presenta risvolti molto preoccupanti da un punto di vista medico legale vista la grande aspettativa della gente e il costante incremento delle cause di risarcimento dei supposti danni di malasanità.
Si andrebbe a togliere tempo al servizio di medicina generale, già congestionato forse più dei pronto soccorso (il MMG che è di “guardia” non fa il suo lavoro) e senza una politica pluriennale di educazione della popolazione all’utilizzo del SSN si aumenterebbe solo la domanda (non necessaria) di salute e quindi costi, senza sgravare i servizi ospedalieri di emergenza.
SnamiComo su questo tema da tempo si già espresso disegnando un progetto di basso costo e facile realizzazione molto appropriato per il nostro territorio. Queste le sue principali caratteristiche:
1) Piano di educazione alla popolazione all’utilizzo del SSN
2) Valorizzazione delle “medicine di rete evolute” (progetto dutur.net) oltgre che delle medicine di gruppo.
3) Strutture “filtro” di Continuità Assistenziale vicino a PS operanti 24h 7 su 7 giorni con medici di CA e MMG volontari, tutti opportunamente addestrati e assicurati da ente pubblico gestore
4) Criteri di maggiore severità nella riscossione dei tickets per gli accessi impropri al PS.
Riportiamo a supporto delle nostre tesi un articolo apparso nei giorno scorsi sul “Corriere di Como” a firma Anna Campaniello nel quale il collega pediatra Emilio Bergonzi esprime un parere sulla sperimentazione degli ambulatori pediatrici del sabato in atto nella nostra Provincia.
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Pediatri al sabato, il servizio funziona. Ma gli specialisti bocciano l'esperimento.
L’Asl conferma la prosecuzione fino a giugno di quest'anno.
Piccoli pazienti in continuo aumento negli studi pediatrici aperti di sabato. Il servizio, in fase di sperimentazione fino al prossimo mese di giugno, sembra riscuotere notevole successo tra i genitori, che apprezzano la possibilità di contattare il medico anche fuori dagli orari canonici. «La richiesta è elevata ma nella maggior parte dei casi si tratta di accessi inappropriati, che potevano essere evitati - attacca però lo specialista lariano Emilio Bergonzi - Gli stessi soldi potrebbero essere spesi meglio per fare educazione sanitaria alle famiglie». Lo scorso anno, la Regione Lombardia ha promosso un progetto sperimentale per l'ampliamento degli orari di apertura degli studi pediatrici. L'Asl di Como ha aderito, attivando il servizio di sabato in due ambulatori, a Mariano Comense e ad Appiano Gentile. Dopo i primi sei mesi di prova, i risultati sono stati giudicati positivi e il direttore sanitario di via Pessina, Carlo Alberto Tersalvi, ha confermato la prosecuzione del servizio per altri sei mesi, da gennaio alla fine di giugno del 2012. L'adesione dei pediatri è volontaria e al momento sono 13 gli specialisti lariani che hanno accettato e si alternano quindi nei due ambulatori, sempre affiancati da un infermiere messo a disposizione dalla stessa Asl. I dati degli accessi confermano il gradimento del servizio. A Mariano Comense, nel mese di gennaio sono stati visitati 43 bambini ed effettuate 24 prestazioni aggiuntive quali tampone faringeo o esame delle urine. Il mese successivo, i piccoli pazienti sono stati invece 79, con 58 accertamenti diagnostici. Numeri ancora maggiori nell'ambulatorio di Appiano Gentile. Nel primo mese dell'anno i bimbi accompagnati per una visita sono stati 141, con 127 prestazioni aggiuntive. Il mese scorso, le visite sono state 126 con 138 accertamenti. «In entrambe le strutture - fanno sapere da via Pessina - nel mese di marzo il trend è in ulteriore aumento. I genitori hanno mostrato un elevato gradimento del servizio». Per attivare la sperimentazione nei primi 6 mesi del 2012, la Regione ha stanziato circa 1,8 milioni di euro ripartiti sull'intero territorio lombardo. Se l'adesione dei pediatri è volontaria infatti, è naturalmente previsto un pagamento per il servizio svolto. Obiettivo dichiarato della sperimentazione è una riduzione degli accessi impropri ai pronto soccorso pediatrici, spesso presi d'assalto dalle famiglie soprattutto nel fine settimana e negli orari di chiusura degli studi dei pediatri di libera scelta. A fronte del gradimento del servizio, non mancano tuttavia le polemiche. «Gli accessi sono tanti ma questo non significa che il servizio sia davvero utile - dice Emilio Bergonzi, noto pediatra di Como - Mai come in questi casi, infatti, ampliare l'offerta significa creare una necessità, non sempre giustificata. Troppo spesso i genitori portano i figli dal pediatra senza che ve ne sia un reale bisogno e molti vanno in pronto soccorso per loro scelta, anche quando gli ambulatori sul territorio sono aperti. Credo che i soldi utilizzati per aprire gli studi pediatrici di sabato potrebbero essere spesi meglio facendo educazione sanitaria». Bergonzi fa un esempio concreto. «Ho lavorato ad Appiano Gentile un sabato nel luglio scorso -dice - Ho visitato 23 bambini. Di questi, uno era davvero malato, uno aveva una ferita ed è stato indirizzato al pronto soccorso, mentre gli altri 21 che ho visto non avevano nulla che giustificasse la richiesta di una consulenza pediatrica con urgenza di sabato. Sono convinto quindi che si debba lavorare con i genitori per insegnare loro a gestire meglio i malanni dei figli ed evitare visite che siano inutili». «Lo staff del servizio di educazione alla salute - precisano però da via Pessina - lavora costantemente, in accordo con le scuole, andando ad agire in particolare sui fattori di rischio modificabili, ad esempio sull'alimentazione, sulla lotta alla sedentarietà e sul contrasto alle dipendenze precoci».
(Anna Campaniello dal “Corriere di Como” del 30/03/2012)