Peraltro non si è tenuto conto che la percentuale pari a zero, ottenuta da numerosissimi medici di questa asl nei mesi di ottobre, novembre, e dicembre, è stata frutto per molti medici di una ben nota iniziativa sindacale di protesta che non può assolutamente gravare sui mesi precedenti in cui i Medici hanno regolarmente inviato i dati, senza configurare un ulteriore comportamento antisindacale che sembra essere diventato costume di codesta ASL.
Non vi è alcun accenno al recupero di quote siss versate per i mesi nei quali la percentuale sia stata raggiunta. Appare dunque chiaro, anche ad un’analisi superficiale, che chi ha sottoscritto il discutibile AIR in vigore (Parte Pubblica e OO.SS.), ha inteso, in materia, non erogare il compenso e comminare le sanzioni solo per i mesi nei quali non si raggiunga la percentuale dell’ 80% ripulita dalle prescrizioni fallite per cause indipendenti dal medico.
Dobbiamo constatare che la comunicazione rende noto l’ennesima scorrettezza nei confronti della categoria in quanto si da per definita una situazione che non lo è affatto. Incredibilmente si blocca il pagamento senza mostrare neanche il calcolo generale che ha portato a questa decisione.
Infatti, sebbene la circolare regionale preveda che ogni medico possa accedere alla propria scheda, tramite la bacheca siss, per controllare, in tempo reale la percentuale di prescrizioni siss, questo non è vero per l’ennensimo scandaloso ritardo di Lombardia Informatica.
Solo nella nostra provincia poi è stata recapitata qualche tempo fa la situazione al novembre 2011 nella quale si evidenziavano molti grossolani errori, ma non si è ancora fornita quella di dicembre.
Si danno per certi i dati SISS storicamente poco attendibili, dove non sono conteggiate per esempio le assenze del medico seppure presenti nel sistema, non gli errori dovuti al ritardo nell’inserimento dei codici di esenzione per reddito (a gennaio ancora presenti intorno al 10%), non gli errori dovuti a discrepanza fra il nomenclatore SISS e quello in uso presso le strutture erogatrici, molto rilevante a Como ed altro ancora.
Per tutto quanto sopra esposto, Snami diffida formalmente codesta ASL dal procedere all’annunciato recupero di quanto versato, riservandosi di percorrere le opportune vie giudiziarie.
Giovanni L'Ala
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