lunedì 3 settembre 2012

LETTERA DEL PRESIDENTE TESTA

Cara Collega, Caro Collega,

Ti scrivo questa lettera in un momento di grande crisi economica e di valori.

La difficoltà oggettiva di poter investire per la programmazione sanitaria non deve portare il Governo a distruggere quanto di buono era stato costruito e faticosamente mantenuto nel nostro paese.

Voglio parlarti non come Presidente di uno dei più grandi sindacati d'Italia ma come collega, che giornalmente vive la professione, non avendola abbandonata come molti che si sono dedicati al sindacalismo.

Come te vivo quotidianamente le difficoltà di una professione sempre più burocratizzata, dove la selvaggia riduzione dei servizi ospedalieri ha riversato sul territorio dei pazienti che si rivolgono a noi quale unico punto di riferimento di una sanità malata che tanti medici cercano di tenere in piedi con impegno e dedizione, anche oltre i compiti istituzionali.

Ci viene detto che i codici bianchi che affollano il pronto soccorso sono segno della nostra mancata presenza, omettendo colpevolmente di sottolineare che il problema sta a monte e cioè nella lungaggine dei tempi di attesa e nella ricerca del tutto subito e gratis.

Allora perché non far pagare veramente le prestazioni inutili? Perché il collega del pronto soccorso invece di visitare il paziente e di rimandare ad un secondo tempo gli accertamenti non urgenti, come saggiamente noi facciamo giornalmente, fa fare di tutto e di più anche per una semplice emicrania?

Sul territorio per quante bronchiti chiediamo un rx del torace? Per quante bronchiti viene effettuata una lastra in ps? La risposta la conosciamo già.

Non sono contro le aggregazioni, sono contro l'aggregazione forzata, anche nella considerazione che alcune situazioni vanno bene in un certo contesto e male in un altro e nessuno meglio del medico di famiglia conosce le peculiarità del territorio e come ci si deve organizzare.

Non sono contro il ruolo unico, sono contro il ruolo unico che ci viene propinato, dove tutti dovrebbero fare tutto per cui non ci sarà più differenza tra la continuità assistenziale e la medicina di famiglia.

Cara Collega, Caro Collega,

ti chiedo di aiutarmi.

Di aiutare i colleghi che con me sono impegnati ogni giorno per salvare il nostro lavoro.

Creiamo insieme le condizioni perché capillarmente in periferia i Medici prendano piena coscienza di chi cerca di tutelare il loro lavoro e chi assume costantemente penose posizioni di accondiscendenza. Interviste anche sulle testate nazionali e prese di posizione pubbliche dimostrano che qualcuno dice sempre si alla parte pubblica dichiarando che la Medicina generale è pronta al cambiamento, in questo caso prona a subire le schifezze che ci vorrebbero propinare. Aiutateci ad evidenziare ciò ai colleghi perché realizzino pienamente in quale imbuto vogliono incanalarci.

Noi dello Snami combattiamo perché il cittadino abbia una sanità più equa e più adeguata ai suoi bisogni, reali e non percepiti.

Ma soprattutto la battaglia è per noi Medici perché dobbiamo salvare noi stessi per difendere la sanità territoriale ed evitare che venga definitivamente demolita.

Siamo aperti a quei Colleghi e a quelle associazioni che vorranno unirsi a noi in questo autunno caldo.

Noi siamo pronti alla lotta. E Voi?

 
Angelo Testa

Presidente Nazionale dello SNAMI

1 commento:

  1. Riduciamo il massimale ai medici di base!: un medico per 1500 assistiti
    giova solo al massimmalista, tutti questi pazienti infatti gli fruttano uno stipendione da favola.
    mentre il collega di guardia medica fa la fame!.

    E’ ovvio che un medico che segue meno assistiti non solo ne
    migliora l’assistenza ma dà anche una maggiore opportunità ai giovani medici sottopagati!

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